INCIDENTE AEREO DI MONTE LUPONE PROVOCATO DA IMPERIZIA ALTRUI
8-8-97 , CORI (LATINA)

 

 

CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA, DALLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE, IL PILOTA POZZOLI MATTEO, PER OMICIDIO COLPOSO E DISASTRO AEREO:
Nel 2006 la Suprema Corte ha confermato la condanna del pilota Pozzoli Matteo per omicidio colposo e disastro aereo colposo.
Il pilota Pozzoli è stato condannato, dalla Corte di Cassazione, in un altro processo, anche per ingiuria nei confronti del padre della vittima.

MATTEO POZZOLI ERA STATO CONDANNATO AD 1 ANNO e 6 MESI DALLA CORTE d'APPELLO DI ROMA, PER OMICIDIO COLPOSO E DISASTRO AEREO COLPOSO.
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ATTUALMENTE IN CORSO AL TRIBUNALE DI ROMA IL PROCESSO PER "INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO" AI RESPONSABILI DEL SOCCORSO AEREO DI CIAMPINO, ufficiali e sottufficiali dell
’Aeronautica Militare: il comandante Bagnati Renato, Manduzio Riccardo, Florissi Marco e Cappellano Maurizio, perché, l'8-8-97 “ in qualità di ufficiali in servizio presso l’RSC di Ciampino, in concorso tra loro decidevano di interrompere al crepuscolo le ricerche del volo oggetto della missione 933 dell’AMI di Pratica di Mare, disperso fin dalla tarda mattinata”.

 

 

In relazione al Processo presso il Tribunale di Roma, per "interruzione di pubblico servizio", nei confronti del Soccorso Aereo di Ciampino, il quadro che sta emergendo è quello di un'operazione di "Searche and Rescue" (Ricerca e Soccorso) gestita in maniera impropria, ed inidonea e senza alcun criterio tanto da poter ritenere quanto successe l'8 e 9 agosto un FALLIMENTO TOTALE delle operazioni di ricerca e soccorso.
Ciò che risulta inaccettabile è che il ritrovamento del relitto sia avvenuto a 24 ore dall'impatto, in un luogo nè isolato nè impervio, ma classificato come turistico e praticabile da chiunque!
Le disposizioni vigenti all'epoca ed oggi (Norme per il Soccorso Aeroterrestre adottate dal MInistero della Difesa) impongono di procedere ad una integrazione tra ricerche aeree e ricerche terrestri, proprio perchè il sorvolo solo con gli elicotteri (come avvenne l'8-8-97) può rivelarsi infruttuoso in zona di vegetazione, boschi o montagne.
Il Soccorso dell'aeronautica ha l'esclusiva non solo del SOCCORSO (RESCUE) quando deve soccorrere un mezzo o personale in difficoltà o un aereo caduto (CIVILE O MILITARE), bensì ha il dovere anche della RICERCA (SERCH) che può e deve avvenire attraverso un'attività tipica delle FORZE ARMATE , cioè la ricognizione e perlustrazione attraverso personale (dell'Esercito) a terra!
Come ha confermato l'audizione del generale dell'esercito BRUNO GARASSINO che aveva offerto la disponibilità di uomini dell'esercito da inviare su Monte Lupone la sera dell'8-8 (e che il Soccorso Aereo di Ciampino rifiutò).
Dagli atti del Processo risulta che un elicottero (con equipaggio Col. DE Clara e cap. Villi) decollato per le ricerche da Pratica di Mare, atterrò a Norma e chiese ad un gruppo di parapendisti se avesse visto un velivolo di caratteristiche (forme e colore) analogo a quelledel SIAI 208 e i parapendisti confermarono che il SIAI 208 si era diretto da Norma, prua a Nord, cioè verso Cori (MOnte Lupone)!!
TALE AVVISTAMENTO VENNE COMUNICATO PRONTAMENTE AL SOCCORSO AEREO DI CIAMPINO , QUINDI IL SOCCORSO AEREO DI CIAMPINO ED IL SUO COMANDANTE, TEN. BAGNATI, SAPEVANO DOVE ERA CADUTO L'AEREO, CHE FU INFATTI RITROVATO, IL GIORNO DOPO, ALL' INTERNO DELLE COORDINATE DATE!
QUESTA SEGNALAZIONE, ASSIEME AD ALTRI DATI ( rotta, autonomia del velivolo, orario dell'ultimo contatto radio) avrebbero dovuto necessariamente far ricavare la conclusione agli attuali imputati che l'aereo era caduto sugli UNICI RILIEVI BOSCOSI PRESENTI NELLA ZONA, E CIOE' PROPRIO SUL MONTE LUPONE E COLLINE CIRCOSTANTI!
LE FORZE DI TERRA POTEVANO PERTANTO TRANQUILLAMENTE OPERARE IN UNA SERENA E STELLATA NOTTE D'AGOSTO, QUALE QUELLA DELL'8-8-1997, MA IL SOCCORSO AEREO DI CIAMPINO GLIELO HA IMPEDITO!!!
E' stato anche ascoltato il sig. Raniero PAOLETTI, in gita con la moglie e la figlia Mariangela il giorno 9-8-97 e che ritrovò fortuitamente l'aereo in una zona definita dall'Aeronautica militare "impervia" e che invece è meta di itinerari turistici e dove gli elicotteri atterrano senza alcuna difficoltà!!!.

L
’aereo SIAI 208 pilotato da Matteo Pozzoli (poi condannato in primo grado ed in appello, per omicidio colposo e disastro aereo) fu ritrovato per caso, da una famiglia in gita, il 9 agosto 1997, 24 ore dopo la caduta, con la conseguente morte del capitano Maurizio Poggiali, che era a bordo dell'aereo e a cui non fu prestato soccorso.
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LA STORIA, LE INCHIESTE, LE PERIZIE

Venerdì 8-8-1997, ore 10:47. Dall
’aeroporto militare di Pratica di Mare, in provincia di Roma, decolla un vecchio aereo militare: è un SIAI Marchetti 208 M, un velivolo monomotore ad elica costruito negli anni ‘60. Alla guida dell’aereo il Cap. pilota Matteo Pozzoli, 30 anni. A bordo, seduto alla sua destra il Cap. Maurizio Poggiali 32 anni, navigatore "combat ready" di Tornado, collaudatore di sistemi avionici, esperto di guerra elettronica ed armamento, considerato uno dei "Top-gun" dell’aeronautica militare italiana. Con loro il maresciallo motorista Ermenegildo Franzoni, 24 anni, seduto nei sedili posteriori.
Per un Capitano navigatore di Tornado come Poggiali, il volo su un vecchio SIAI 208 è una curiosa eccezione inserita nel piano giornaliero solo all
’ultimo momento. Il programma di volo redatto il giorno prima dalla base di Pratica di Mare prevedeva, infatti, per lui una missione a bordo di un G222 con destinazione Genova.
Qualcosa, comunque, manda all
’aria il programma e Poggiali si ritrova a bordo del SIAI 208. Lo scopo della missione è "l’addestramento alla navigazione in un volo a vista". La rotta prestabilita è di breve impegno: "Pratica di Mare - Aprilia - Pratoni del Vivaro - Pratica di Mare". Poche centinaia di chilometri sulla campagna laziale, da coprire in poco meno di un’ora, in condizioni climatiche perfette.
Tre minuti dopo il decollo, però, il SIAI 208 avverte il Centro di Controllo di Ciampino di un cambiamento del programma di volo e comunica l
’intenzione di dirigersi verso Norma. L’operatore non capisce bene il nome della cittadina laziale e trascrive Norba.
Alle 11:03 l
’operatore del centro di controllo di Ciampino chiama il SIAI 208M senza ottenere risposta; riprova più volte ed, alla mancata risposta, avvia una serie di contatti telefonici con enti ed aeroporti limitrofi. Nonostante la gravità della situazione, il Centro di Controllo di Ciampino non rispetta le procedure d’emergenza previste: comunica con 1 ora e quindici minuti di ritardo il messaggio di fase d’incertezza che dovrebbe scattare 30 minuti dopo l’ultimo contatto radio con l’aeromobile scomparso; non emette il comunicato di fase di allarme che scatta quando i tentativi di collegamento con l’aeromobile e la richiesta di notizie presso altre fonti non hanno dato risultati; comunica con trenta minuti di ritardo la fase di pericolo che scatta allo scadere dell’autonomia de velivolo.
Alle ore 13 l
’incidente è ormai considerato certo. Le operazioni di Soccorso prendono il via ufficialmente, ma dall’ultimo messaggio radio sono già passate due ore.A questo punto, la responsabilità delle operazioni passa, per competenza territoriale, al Coordinamento Soccorso di Ciampino, dell’Aeronautica Militare.


I documenti raccolti dalla Procura di Latina, che sull
’incidente aereo ha condotto un’inchiesta, rivelano una lunga serie di ritardi, leggerezze e decisioni sbagliate in cui accade di tutto: a 45 minuti dall’incidente - ancora prima, quindi, dell’inizio ufficiale dei soccorsi -, uno degli elicotteri giunti nell’area corrispondente all’ultimo contatto radio con il SIAI 208, raccoglie la testimonianza di un gruppo di parapendisti che aveva avvistato l’aereo dirigersi da Norma verso Cori ed indica le coordinate della possibile area di ricerca sui Monti Lepini.
Nascosto dalla boscaglia, l
’aereo non viene invece individuato dagli elicotteri inviati sul posto nelle prime ore del pomeriggio, ma nonostante le dichiarate ed evidenti difficoltà di avvistamento, il Coordinamento del Soccorso di Ciampino decide di non avviare operazioni di ricerca via terra e, contrariamente a quanto stabilito dalle "Norme per il Soccorso Aereo adottate dal Ministero della Difesa" rifiuta, nel pomeriggio di quell’8-8-1997, l’impiego di reparti terrestri messi a disposizione dalla Regione Militare, la disponibilità degli uomini del Soccorso Alpino e, il mattino successivo, anche l’offerta di squadre di soccorso della Prefettura di Latina.
Le ricerche via terra vengono escluse in considerazione delle impervie condizioni del terreno; decisione presa però senza una sufficiente conoscenza dell
’area, per il semplice motivo che il Coordinamento Soccorso di Ciampino - contrariamente a quanto previsto dal Ministero della Difesa - non è in possesso delle carte geografiche (!) delle zone nelle quali dovrebbe coordinare le ricerche.
Persa di vista la segnalazione più importante, l
’area di ricerca viene allargata, senza logica, a chilometri di distanza. Aerei, elicotteri e mezzi navali cercano il SIAI 208 al Circeo, a Ponza o a Civitavecchia, dove non c’è ragione che sia arrivato.
E, mentre si continua a perdere tempo prezioso, nonostante la gravità della situazione, l
’aeroporto di Grazzanise, in Campania, rifiuta la disponibilità di un elicottero AB212, adatto alle ricerche in montagna ed alle ricerche notturne, perché impegnato in una esercitazione di boy-scouts!
Intorno alle 21 di quell
’8-8-1997, le ricerche vengono sospese: da oltre dieci ore di un aereo militare e di tre uomini non si sa più nulla, ma per il Coordinamento Soccorso di Ciampino si può anche andare a dormire.

Alle prime luci dell
’alba di Sabato 9-8-1997, sulle montagne presso Cori e Norma, l’aereo ed i tre a bordo sono ricercati - via terra - esclusivamente da generosi volontari e pastori della zona, senza mezzi né addestramento, nonché da alcuni familiari del Cap.Poggiali (il fratello ed il cugino) che rimangono sbigottiti dalla disorganizzazione, dalla impreparazione, e dalla assenza di chi di dovere per le ricerche.
Difatti, a ritrovare il relitto del SIAI 208, poco dopo le 10 del mattino, trascorse 24 ore dalla caduta, non sono una delle due squadre impegnate "ufficialmente" nei soccorsi, ma un gruppo di gitanti di cui fanno parte anche alcune signore ed una bambina di undici anni!
La decisione presa venerdì pomeriggio di rinunciare alle ricerche via terra, in considerazione di un area eccessivamente impervia, si rivela così una imperdonabile superficialità. Il gruppo dei gitanti, infatti, è impegnato in una tranquilla passeggiata nei boschi del Monte Lupone, lungo la catena dei Monti Lepini, a pochi chilometri da Norma, proprio nella zona suggerita dai parapendisti, già 45 minuti dopo la scomparsa dell
’aereo.
La zona suggerita dai parapendisti e le coordinate trasmesse dal R.S.V (Cap.Cabiati) risultano, pertanto, essere esatte, ma ormai è troppo tardi. Quando il primo elicottero dell'Aeronautica Militare, avvisato dal 112, fa scendere, sulla zona, l'unico giovane medico inviato per prestare soccorso a tre probabili moribondi, sono passate 24 ore dall'incidente.
Il Cap. Pozzoli ed il M.llo Franzoni vengono trasportati, in elicottero, al Policlinico Gemelli di Roma, ma per il Cap. Poggiali Maurizio non c'è più nulla da fare. Il giovane medico si assume la responsabilità di dichiararlo morto, senza neanche la disperata corsa all'ospedale che pure qualcuno, sul posto, osa proporre .
Il corpo del Cap. Poggiali viene lasciato a fianco dell'aereo per altre cinque ore in attesa dell'arrivo del magistrato che darà, solo nel tardo pomeriggio del 9-8-1997, il permesso di rimozione della salma.


Altra gravissima anomalia riguarda la relazione tecnica e le modalità per le quali si è pervenuti alla stesura da parte del C.T. (Francesco Martone) della Procura, che si è avvalso della collaborazione dell
’ing.Guido Tartamella. Il sig. Martone è stato. ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare Italiana fino al grado di Ten. Colonnello ed è, attualmente, “in riserva”. Non risulta che abbia o abbia avuto esperienze di perizie tecniche per incidenti aerei, né che abbia una laurea in ingegneria aeronautica, ma è opportuno ricordare che egli è stato istruttore di volo del pilota Pozzoli Matteo che era ai comandi dell’aereo SIAI 208 precipitato. Il sig. Martone ha presentato una relazione di parte, incompleta e non veritiera, tesa unicamente a tutelare gli interessi dell’A.M.I ed a ridurne e/o escluderne le responsabilità. Non si è svolta, difatti, alcuna indagine o inchiesta del magistrato di Latina:

1) per accertare i motivi per cui l
’Aeronautica Militare non fu in grado di ritrovare, l’8-8-1997, un aereo caduto a pochi chilometri da Roma.

2)in relazione all
’inefficienza e all’omissione di soccorso del Soccorso Aereo di Ciampino, direttamente responsabile del mancato ritrovamento dell’aereo SIAI 208 e della conseguente morte del Cap.Poggiali Maurizio;

3) per verificare le responsabilità dei superiori del Cap.Pozzoli, che erano a conoscenza dei suoi gravi precedenti ed indiscipline, e che, nonostante ciò, lo hanno sempre
“coperto”. Quando un pilota commette un errore ci si deve ricordare che: qualcuno lo ha selezionato; qualcuno lo ha addestrato; qualcuno ne ha stabilito l’impiego; qualcuno lo ha messo in programma. La capacità di comando, di supervisione di questi “qualcuno” può prevenire errori che conducono a disastri. Prescindendo da ogni considerazione circa l’opportunità di conferire l’incarico al Ct Francesco Martone, nonché dalla validità tecnica dell’elaborato e limitandoci ad una normale osservazione di merito, appaiono evidenti, nella sua consulenza, una serie di macroscopiche lacune, contraddizioni, errori, inesattezze, etc., frutto forse di impreparazione e di ignoranza della materia.

Il prof. Ing. Claudio Scarponi, del Dipartimento Aerospaziale dell
’Università “La Sapienza” di Roma sottolinea nella sua consulenza che la relazione del Martone descrive “soccorsi efficienti, ove invece sono stati commessi errori ed omissioni di ogni tipo e ci sono stati ritardi incredibili, che sono costati la vita di un uomo.” E precisa che “la relazione tecnica dei Consulenti d’Ufficio è stata redatta senza il rispetto dei principi fondamentali di cui tener conto nell’adempimento del compito assegnato dal giudice. La relazione, infatti, è piena di errori, omissioni, travisazioni della realtà, e quant’altro.” Circa i precedenti del pilota Pozzoli, Martone scrive che non ve ne sono; ma lo stesso Pozzoli ne cita almeno uno ai Carabinieri che lo interrogano proprio alla presenza di Martone.
Tra le altre inesattezze, falsità, omissioni, etc., della relazione segnalo:

- DEFINIZIONE DELL
’EQUIPAGGIO (sul SIAI l’equipaggio è composto dal solo pilota, più tre eventuali passeggeri)

-MANCANZA DI SEGNALAZIONI DEI SOPRAVVISSUTI (I carabinieri hanno sequestrato fumogeni, utilizzati e non, nei pressi dell
’aereo. Esiste il verbale ed i razzi sono nell’ufficio corpo di reato al Tribunale di Latina).

-MORTE ISTANTANEA DEL CAPITANO POGGIALI (vedasi dichiarazione del Maresciallo Franzoni che dichiarava che, dopo l
’incidente, e dopo essersi risvegliato, il Cap.Poggiali respirava ed era ancora vivo. Nel primo referto autoptico si legge che la morte è sopravvenuta “nelle ore pomeridiane” dell’8-8-97, a cui farà seguito l’inquietante post-scriptum del dott.Lazzaro.)

-NUMERO ORE DI VOLO DEL MOTORE (diverso da quello riportato sul libretto)

-NUMERO DI ORE DI VOLO DELL
’AEREO (errato) -MANCANZA DEL CASCO (Il casco non è previsto a bordo del SIAI 208)

-RICOSTRUZIONE ROTTA (imprecisa e contraddittoria)

-PAGINE DEL MANUALE DEL SOCCORSO AEREO (Sono state scelte con l
’espediente di non inserire quelle da cui risulta l’inefficienza e la negligenza del Soccorso Aereo).

-INDISCIPLINE DEL PILOTA POZZOLI (Martone le nega, ma Pozzoli in precedenza fu sospeso per le sue reiterate indiscipline di volo. E
’ altresì falso che le autorità di P.S. non abbiano mai segnalato alla base le bravate del Pozzoli, come scrive Martone).

-OPERAZIONI DI SOCCORSO SECONDO NORMATIVE (In realtà si interruppero alle ore 21 del giorno 8-8-1997 e furono effettuate esclusivamente con elicotteri, nonostante si preveda, per un caso del genere, l
’utilizzo di squadre di terra. Si vedano “Norme per il Soccorso Aeroterrestre adottate dal Ministero della Difesa”)

-AEREO RITROVATO (Martone,scrive che l
’aereo fu ritrovato dai soccorritori. In realtà, l’aereo fu ritrovato, per caso, da un gruppo di gitanti occasionali)

-AVVISTAMENTO DELL’AEREO La circostanza, fondamentale per l’inchiesta, che l’aereo precipitato SIAI 208 fosse stato avvistato pochi minuti prima dell’incidente, risulta (oltre che per quanto già dichiarato), dalle numerose telefonate del soccorso aereo presenti nel fascicolo allegato alla relazione tecnica di Francesco Martone. La stessa circostanza è stata confermata dal cap.Lorenzo Villi, il quale era a bordo del primo elicottero (SPERA 7), con una dichiarazione a verbale alla DIGOS di Latina (ispettore Odorico). Il Villi ha confermato di aver immediatamente informato il Soccorso Aereo della quota, direzione e coordinate (risultate poi esatte) del probabile impatto. Del resto, le registrazioni delle telefonate del Soccorso Aereo sono leggibili nei fascicoli che egli stesso (Martone) ha allegato alla relazione e non è pensabile che sia il consulente, sia il PM non abbiano letto quanto riportato.


La Digos di Latina, a seguito di una denuncia della famiglia Poggiali sull
’operato dei due consulenti d’Ufficio, avvia, nel 2001,una seria, minuziosa indagine che porterà a delle risultanze discordanti da quanto asserito da Martone e Tartamella. Difatti, per esempio, riguardo l’avvistamento negato da Martone, la Digos scrive: “Le testimonianze raccolte fanno desumere invece che l’avvistamento vi è stato e che le ricerche aeree avviate successive alle testimonianze ricevute, sono state svolte in un’area di sorvolo ben determinata, la stessa area in cui il giorno seguente è stato ritrovato il velivolo ed i suoi occupati.Le prove testimoniali acquisite danno ai fatti una ricostruzione diversa da quella del consulente”. Un ennesimo, sconcertante abuso, evidenziato dalle successive indagini espletate dalla Digos di Latina riguarda la nomina degli ausiliari tecnici dei due Consulenti Martone e Tartamella. La Digos evidenzia che: “In data 14 agosto 1997, alle ore 13,05, presso codesta Procura della Repubblica è stato stilato il verbale di consulenza tecnica e di conferimento degli incarichi ai consulenti tecnici nominati. Dallo stesso si evince che i citati consulenti hanno chiesto di essere autorizzati ad avvalersi del mezzo proprio della collaborazione di un ausiliario tecnico, oltre all’acquisizione di copia degli atti del procedimento nonché ogni atto utile all’indagine presso qualsiasi ente pubblico o privato. Dalla disamina della relazione in argomento oltre che degli allegati, si può notare che i consulenti si sono avvalsi della collaborazione di diversi ausiliari tecnici i quali discostandosi dagli artt.359 in relazione al 228 C.p.p (consulenti tecnici del Pubblico Ministero – attività del perito) hanno non solo espresso considerazioni ma altresì si sono portati sul luogo dell’incidente ancorché prima della rimozione del velivolo incidentato eseguendo gli accertamenti agli stessi richiesti senza il dovuto preavviso alla parte offesa nel procedimento penale instaurato.La Digos si chiede: “il citato ausiliario poteva essere nominato? Ed ancor più, l’effettuazione del sopralluogo doveva essere comunicato al Pubblico Ministero, il quale avrebbe dovuto rendere edotta la parte offesa affinché la stessa potesse avvalersi del consulente di parte per presenziare all’atto? Gli interrogativi rimangono ancora senza risposta.


La consulenza di Martone e Tartamella sarà rigettata dal nuovo giudice nel processo Pozzoli-Franzoni. Il giudice affiderà all
’ing. Aeronautico Riccardo Perrone, non appartenente all’Aeronautica Militare, la nuova consulenza, che confuterà la relazione tecnica dei Ct. Martone e Tartamella, in seguito indagati dalla Procura di Latina per favoreggiamento. Tuttavia, nonostante le evidenti negligenze e responsabilità dell’Aeronautica Militare e del Soccorso Aereo di Ciampino, il Pm incaricato chiede, esclusivamente, il rinvio a giudizio del pilota Cap. Pozzoli per omicidio colposo, disastro aereo colposo, delitto colposo di danno. Il Gip chiederà il rinvio a giudizio anche del Maresciallo Franzoni, per concorso in omicidio colposo (non indossava le prescritte cinture di sicurezza).

Il processo di primo grado Pozzoli-Franzoni inizierà a marzo 2001 e si concluderà nell
’ottobre 2003, con l’assoluzione del Maresciallo Franzoni e la condanna del pilota Pozzoli ad un anno per omicidio colposo. Per l’Aeronautica Militare, nonostante tali gravi capi d’imputazioni relativi ad un proprio sottoposto, e nonostante che l’inchiesta della Procura di Latina abbia evidenziato che lo stesso pilota si era distinto in precedenza per esibizioni a bassa quota, il caso è da coprire ed insabbiare prima possibile. Il Cap. Pozzoli, dopo pochi mesi dall’incidente, viene riammesso al volo con jet militari come se niente fosse accaduto e nel 1998 viene addirittura promosso a Maggiore e successivamente Tenente Colonnello, durante il processo a suo carico per omicidio!
Sarà poi condannato in Appello ed in Cassazione per omicidio colposo e disastro aereo colposo.
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PRECEDENTI PILOTA POZZOLI

Il Ct Martone è a conoscenza delle indiscipline di volo del pilota Pozzoli. Difatti, Nell
’interrogatorio dei Carabinieri a Pozzoli, il 26-11-97, il pilota dichiara: “Mi è capitato di effettuare un passaggio (radente) con velivolo AMX sull’abitato di Gavignano per salutare un amico ivi residente. Venivano interessati i C.C. locali i quali notificarono alla torre di controllo di Pratica. Provvedevo personalmente a contattare il sindaco a cui facevo le scuse. Non ci fu alcun seguito alla vicenda”. Nell’interrogatorio del Comandante di Pozzoli, Col. Comitini Sergio, il 21-10-99, alla Procura Militare di Roma, egli dichiara che “Pozzoli mi disse che in quel paese abitava un suo amico, il Maresciallo A.M. Del Monte, che aveva fatto servizio a Pratica. Ritenni di riprenderlo e di invitarlo ad evitare il ripetersi di situazioni del genere. Tempo dopo arrivò una segnalazione dei Carabinieri del Presidente della Repubblica, circa un sorvolo a mille piedi della battigia della tenuta di Castel Porziano. Seppi che era stato il C.C Porro e che alcuni giorni prima il Pozzoli aveva compiuto analoga manovra; i Carabinieri avevano contattato Pozzoli invitandolo a rispettare il divieto di sorvolo ed io rimproverai Pozzoli, per non averci avvisato tempestivamente Decisi a questo punto di sospendere dai voli il Pozzoli.” Ma Martone nella sua relazione scrive che, a carico del Pozzoli, “non risultano indiscipline”. In quel caso, così come in altri - per i quali ci sono stati rapporti dei Carabineri e che suppongo siano a conoscenza della Procura Militare -, l’Aeronautica non ha mai sanzionato tali indiscipline di volo del pilota e, nel caso di Gavignano, i Comandanti di Pratica di Mare lo hanno accompagnato dal sindaco (sig. Carlo Nicolò) a chiedere scusa per evitare la doverosa denuncia contro chi mette a repentaglio l’incolumità dei cittadini. Quindi l’Aeronautica Militare ha considerato una indisciplina di un proprio sottoposto come un fatto privato e non ha mai adottato alcuna misura sanzionatoria nei suoi confronti , né prima, né dopo. Il Pm di Latina, dal canto suo, nonostante la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del pilota e nonostante i precedenti di questi, non ha valutato l’opportunità di emettere un provvedimento cautelativo - di richiesta d’interdizione al volo del pilota Pozzoli -, almeno fino alla conclusione del procedimento in corso, nell’interesse della collettività e per impedire che lo stesso pilota abbia a ripetere comportamenti negligenti, omissivi ed azzardati compromettenti la sua e l’altrui incolumità. Il magistrato ha adottato un diverso comportamento rispetto a quanto avviene in incidenti mortali dell’aviazione civile o, per esempio, ai conducenti di automobili imputati di omicidio, ai quali, negli stessi casi, viene ritirata la patente.

Nell
’incidente dell’8-8-1997 con il SIAI 208 (“un aereo che in trenta anni non ha mai subito un incidente mortale” come ha dichiarato l’On. Gianni Rivera, sottosegretario alla Difesa, alla Camera dei Deputati, il 29-4-1998, in risposta ad alcune interrogazioni parlamentari), il pilota Pozzoli ha commesso una serie di gravi errori professionali quali: -violazioni al piano di volo - con deviazione dalla rotta stabilita -; -volo a quota non consentita; -mancata pianificazione e programmazione a terra; -errato utilizzo del selettore carburante (dopo l’incidente dell’8-8-1997 un serbatoio è risultato pieno, l’altro vuoto); -mancato controllo dell’equipaggiamento a bordo e della sicurezza dei passeggeri che è un dovere del comandante-pilota (nel volo dell’ 8-8-1997 il Maresciallo Franzoni che era a bordo non aveva le cinture di sicurezza allacciate, che sono obbligatorie, come si legge nel “manuale di volo”; proprio per questo il Cap. Poggiali “impattava più violentemente anche perché spinto dal tecnico di Volo (Franzoni) che gli sedeva dietro” (R.T.).


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NUOVA PERIZIA DEL TRIBUNALE DI LATINA

L
’ing. Riccardo Perrone, incaricato dal Tribunale di Latina, a redigere la nuova perizia sull’incidente, definisce esaustivamente il ruolo del pilota responsabile, riprendendo la normativa ICAO (acronimo adoperato in lingua inglese di International Civil Aviation Organisation): ”Pilota titolare di una licenza aeronautica e delle relative abilitazioni, che ha la responsabilità della condotta e della sicurezza dell’aeromobile durante il tempo di volo e di rullaggio. Dalla definizione di pilota responsabile e pilot-in-command si comprende che, sia a livello internazionale e sia a livello nazionale, su ogni aeromobile viene individuata una sola persona che è responsabile della condotta dell’aeromobile. Ciò si applica anche per quegli aeromobili per i quali è previsto il secondo pilota. Tale scelta è richiamata anche dal Codice della navigazione in cui sono richiamate le responsabilità e poteri del comandante (pilota in comando) (artt. 883, 884, 887, 889). L’art. 896 del Codice della navigazione riguarda la Composizione dell’equipaggio che è determinata dall’esercente in relazione alle caratteristiche ed all’impiego dell’aeromobile. In ogni caso il pilota in comando resta comunque responsabile della sicura condotta del volo”.

Lo stesso ing.Perrone precisa che:
“Il pilota responsabile (Pozzoli), dopo aver lasciato il lago di Giulianello si dirigeva presumibilmente verso Cori e subito dopo, all’interno della Valle dell’Inferno seguendo una rotta non pianificata in precedenza a terra senza i necessari dati per una sicura separazione dagli ostacoli. Subito dopo l’ingresso nella predetta valle, il pilota impostava una manovra di salita (…) L’inizio della manovra di salita è avvenuta ad una distanza tale dalla cima verso cui era diretto il velivolo, non compatibile con le prestazioni di salita richieste per il profilo altimetrico da superare. (…) L’avvicinamento eccessivo al rilievo montagnoso non veniva rivelato dal pilota responsabile (…) Il pilota non effettuava il monitoraggio della separazione dagli ostacoli ed in particolare di quello dal suolo, nella assoluta convinzione che non vedendo ostacoli di fronte a sé il velivolo avrebbe superato il rilievo montagnoso verso cui si stava dirigendo. (…) Lo stesso pilota non si accorgeva della ridotta separazione dal suolo scendendo al di sotto delle condizioni minime di separazione previste dal VFR (valore minimo di sorvolo dal suolo di 500 ft pari a 152 m).

L
’ing. Raimondo Vitulano, funzionario del Registro Aeronautico Italiano e pilota, nella sua relazione scrive: “,Allo scopo di determinare le cause che hanno provocato l’incidente, sono stati indagati tutti gli aspetti tecnici, ambientali ed umani che potenzialmente possono aver contribuito al verificarsi dell’incidente stesso. Dalle indagini effettuate è emerso quanto segue: - Non è stata riscontrata alcuna avaria e/o malfunzionamento del velivolo o parte di esso preesistente all’incidente, al momento del quale il velivolo era efficiente e funzionante; - Le condizioni meteorologiche al momento dell’incidente erano buone. - Considerato quanto sopra le cause dell’incidente sono da attribuire esclusivamente al fattore umano; in particolare sono da individuarsi nella errata condotta del volo da parte del pilota. Questi impostava la salita in ritardo, valutando in modo errato il gradiente altimetrico del suolo lungo la rotta e/o sopravalutando le prestazioni del velivolo nelle condizioni di quota, temperatura e peso in cui si trovava l’aere. Il pilota non ha effettuato la possibile manovra diversiva (inversione di rotta) quando le condizioni di quota e spazio di manovra lo permettevano”.

Il Prof. Ing. Guido De Matteis, docente di Meccanica del Volo presso l
’Università La Sapienza, conosciuto internazionalmente, conferma quanto sopra nella sua relazione tecnica: “L’incidente è stato causato da un errore del pilota, il quale, con l’intenzione di superare una alta barriera montuosa a partire da una quota insufficiente, effettuava una manovra imprudente e non compatibile con le caratteristiche di volo del velivolo. La manovra determinava una progressiva diminuzione di velocità e distanza dal suolo fino a causare il contatto con la vegetazione e, successivamente, la caduta a terra dell’aeromobile.” Tutte le perizie sull’incidente hanno escluso guasti tecnici, per cui l’aereo è caduto per errore del pilota che sopravvaluta le sue capacità. Egli ha provocato la morte del cap. Poggiali, il ferimento del Maresciallo Franzoni e ha distrutto un aereo dello Stato. L’Aeronautica Militare lo promuove!


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QUESTI I COMPONENTI DEL GRUPPO IN GITA SU MONTE LUPONE
(Cori) il 9-8-1997 E CHE RITROVARONO l
’AEREO
DOPO 24 ORE DALLA CADUTA

Sig. Angelo Tomei
Sig. Maurizio Cianfoni
Sig. Del Ferrero Leone
Sig. Vari Demetrio
Sig.ra Priori Maria Assunta
Sig.Pandolfi Mauro
Sig. Ciafrei Valerio
Sig. Ciafrei Aldo
Sig. Raniero Paoletti con la figlia M. di undici anni.
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DEPOSIZIONE ANGELO TOMEI E BAMBINA

Questo è uno stralcio delle deposizioni di Angelo Tomei e della ragazza Mariangela che fecero parte del gruppo di escursionisti che ritrovarono l
’aereo il 9- 8-97.

GIUDICE:
Risponda al pubblico ministero

PM
Allora, sig. Tomei, lei era nel gruppo degli occasionali ritrovatori dell
’aereo: è stato già sentito dai carabinieri, ci vuole dire cosa avvenne la mattina del 9-8-1997?

TOMEI:
Diciamo che noi, come tutti gli anni, è diventata una classica ormai, facciamo una escursione, una gita su a Monte Lupone, la prima decina di agosto. Quindi non siamo andati prettamente per trovare l
’aereo, siamo andati a fare l’escursione.

PM
Ma voi sapevate che erano in corso delle ricerche?

TOMEI
Sì, lo sapevamo, i vigili urbani, il maresciallo dei Carabinieri di Cori ci avevano detto:
“Andando su, date un’occhiata”.

PM
Quindi la gita voi l
’avete fatta proprio la mattina del ritrovamento?

TOMEI
Sì, ma era già in programma da un mese quindi


PM
A che ora siete arrivati alle pendici del monte?

TOMEI
Intorno alle nove, nove e mezza.

PM
Che cosa successe dopo?

TOMEI
Siamo arrivati su, camminando ogni tanto guardavamo all
’interno della vegetazione…sentivamo qualche elicottero…abbiamo continuato a prepararci per cuocere un po’ di carne alla brace. Poi ci siamo allontanati dalla punta più alta di un centinaio di metri a ed abbiamo sentito come un “aiuto”, delle grida di aiuto…


PM:
Un richiamo?

TOMEI
Un richiamo. A quel punto ci siamo incamminati sempre verso questo richiamo e le testuali parole del Maresciallo Franzoni che era su una roccia erano proprio:
“Siamo quelli dell’aereo, siamo quelli dell’aereo”. A quel punto un nostro amico, che era Paoletti, con il telefonino ha dato l’allarme. Quindi siamo scesi su questa vallata, ho visto il Maresciallo Franzoni, era una maschera di sangue poggiato su questa roccia.

PM
E gli altri dove erano?


TOMEI
Lui ci ha fatto capire che gli altri due stavano più giù
…Quindi mi diressi verso l’aereo e vidi l’interno dell’abitacolo con il corpo del capitano Poggiali…Io avevo un bastone in mano, tentai il fondo schiena…

PM.
L
’ha toccato?

TOMEI
L
’ho toccato al fondo schiena, poi con le mani, però era già tutto irrigidito, stava con la testa quasi sotto l’abitacolo e a quel punto sono ritornato subito su….però a poca distanza dall’aereo c’era l’altro capitano. Visto che lui si muoveva quasi, sono ritornato subito su per dare l’allarme… A quel punto sono arrivati anche gli altri, poi sono arrivati gli elicotteri…



PM
Senta la domanda che volevo farle è relativa allo stato dei luoghi che sulle modalità ormai chiare del ritrovamento
… Se lei guardava in alto, vedeva gli elicotteri che sorvolavano la zona?

TOMEI
Da lì si vedevano perché dove camminavamo noi era tutto prato libero, non c
’era vegetazione…

PM
E invece, dal posto del ritrovamento dove era il relitto, dove era il cap. Poggiali? Lei è andato via in elicottero, si vedeva o non si vedeva dall
’alto?


TOMEI
Facendoci caso bene, si vedeva, passando di corsa però no
…Però chiaramente uno, non sapendo dove sta, passa di corsa, con l’elicottero…

PM
Nessuna altra domanda, grazie.

GIUDICE:
Parte civile?

AVVOCATO
Lei ha detto che quella mattina dovevate fare questa passeggiata insieme?

TOMEI
Sì.

AVVOCATO
Chi eravate innanzitutto?

TOMEI
Dovevamo essere una quindicina, però ci sono state delle disdette.Eravamo sette o otto persone.


AVVOCATO
Chi vi ha detto di andare a Monte Lupone?

TOMEI
Noi andiamo sempre lì, perché lì a Monte Lupone c
’è una croce, quindi si arriva su quella croce, noi siamo andati per questa gita di piacere…

AVVOCATO
Senta, nel vostro gruppo c
’erano anche donne e bambini?

TOMEI
Sì, c
’era una ragazzina che all’epoca aveva, non so aveva dieci o undici anni…

AVVOCATO
Quindi la strada che avete percorso per arrivare sul luogo dove c
’era l‘aereo, era una strada accessibile?

TOMEI
Sì, perché queste sono gite che abbiamo fatto anche in 70-80 persone.

AVVOCATO
Quindi la strada si poteva percorrere tranquillamente?

TOMEI

Sì.

AVVOCATO
Ha avuto modo di vedere altre squadre di soccorso dell
’Aeronautica militare?

TOMEI
L
’Aeronautica militare… ho visto i primi soccorsi quando sono venuti

AVVOCATO
Dopo che avete trovato l
’aereo?

TOMEI
Sì.


AVVOCATO
No, io dicevo prima, cioè durante la fase delle ricerche
….

TOMEI
No, durante la fase delle ricerche no



AVVOCATO
Grazie.


Davanti al giudice comparve anche la ragazza che era poco più che una bambina all
’epoca dei fatti…


AVVOCATO
Lei rammenta di avere partecipato, comunque di avere ritrovato insieme ad altre persone l
’aeroplano caduto il giorno 8 agosto?


RAGAZZINA
Io ero nella scampagnata che abbiamo fatto quel giorno
… eravamo andati su a Monte Lupone e avevamo sentito le grida di queste persone.


AVVOCATO

Eravate andati su a MonteLupone per fare una scampagnata?


RAGAZZINA

Sì.

AVVOCATO:
Eravate con queste altre persone per fare una gita in montagna?

RAGAZZINA
Sì.

AVVOCATO
Quando? Ci dica cosa
…?


RAGAZZINA
Si sono sentite delle grida e alcune persone sono scese a vedere dove era questo aereo e cosa era successo.

AVVOCATO
Lei è salita sopra?

RAGAZZINA
Io sono restata con mio padre che ha chiamato i soccorsi.

AVVOCATO
La strada che avevate percorso, era una strada agevole o particolarmente complicata da percorrere?

RAGAZZINA
Era una strada agibile, sempre accompagnati da una guida comunque.

AVVOCATO
Lei era una bambina immagino, quanti anni aveva?

RAGAZZINA
Avevo undici anni.

AVVOCATO
Quindi è una strada che può essere percorsa?

RAGAZZINA
Sì.

AVVOCATO
A piedi tranquillamente



RAGAZZINA
Sì.

AVVOCATO
Grazie

Qualunque sarà la sentenza emessa per i responsabili del Soccorso Aereo, resterà il fatto accaduto, il mancato ritrovamento dell
’aereo e la morte di mio fratello, al quale, viceversa, soccorsi tempestivi ed adeguati avrebbero potuto salvargli la vita.
ll Soccorso Aereo, nel tempo, cambierà nelle modalità, nelle regole, nei mezzi e negli uomini, ma la morte di mio fratello Maurizio dovrà rappresentare sempre un monito per le coscienze di coloro che vi lavorano e vi lavoreranno, affinché si evitino altre analoghe tragedie.

Per informazioni inerenti i processi potete prendere contatto con il legale della famiglia l'avv. Luca Petrucci.
Studio Avvocato Petrucci - Via Premuda, 6
00195 Roma
Tel.: 06/39731219 06/39746170 - Fax: 06/39762120
E-mail: segreteria@studioavvocatopetrucci.it



 

 

Il fratello Fabio di fronte all'aereo SIAI 208 caduto sulla boscaglia di Monte Lupone l'8-8-97 e ritrovato il giorno dopo, trascorse 24 ore, per caso, da una famiglia in gita.

 

 

 

Cartina della zona tra Velletri e Norma dove doveva essere cercato l'aereo.