MAURIZIO POGGIALI (Roma 1965- Cori-Latina 1997)

Sito ufficiale dedicato al capitano e poeta caduto nell'adempimento del proprio dovere
nell'incidente aereo su Monte Lupone l'8-8-97, provocato da imperizia altrui.

 

CAPTAIN Maurizio POGGIALI, ITAF (Roma, 19-2-1965/ Cori -Latina 8-8-1997)  Pilot and poet, captain Italian Air Force.
capt. Maurizio Poggiali, an example and a model for the younger generations
Giorgio Napolitano, president of Italian Republic
"Un giovane caduto nell'adempimento del proprio dovere, dopo una vita breve ma intensa, improntata a valori etici che possono costituire modello per le giovani generazioni".
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

"L'esempio ed i valori di Maurizio rivestono per tutti noi un significato particolare perché sono e saranno sempre perpetuati nella memoria,

ed alimentati dalle idee e dalle forte spinta morale ed etica che, pur giovanissimo, Maurizio ha sempre dimostrato di voler porre alla base della Sua Missione di Uomo d'Armi e di Scienza".
dr. Gianni Letta - Presidenza del Consiglio dei Ministri

"Desidero ricordare un ragazzo straordinario come il capitano dell
’aeronautica militare Maurizio Poggiali, sottolineare l’esempio della sua vita breve ma intensa,

capace di unire in ogni scelta una forte passione etica ed intellettuale al senso del dovere e ai sinceri ideali che lo avevano spinto ad arruolarsi. E, in secondo luogo,

ritengo giusto e bello che il suo ricordo sia legato ad un premio per i giovani. Un premio rivolto alle migliori tesi di laurea in un settore di ricerca fondamentale

 per il nostro territorio come l’ingegneria aerospaziale".
On. Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma

La città ha avuto modo di rendere omaggio alla memoria del capitano Maurizio Poggiali, prima con l'intitolazione di una scuola, poi con quella di un Largo della città

 che abbiamo inaugurato insieme, perché ritengo che la sua figura, la sua intensa esperienza di vita e il suo coraggio insieme al suo amore per la poesia e l'arte

non debbano andare dimenticate.
On. Walter Veltroni, già Sindaco di Roma.

 

Una nazione si rivela non solo grazie agli uomini che produce, ma anche grazie a quelli che onora, agli uomini che ricorda"
J. F. Kennedy, Presidente degli Stati Uniti d'America, 1963

 

Fond of space and flight but also of literature and poetry Capt. Poggiali was born in Rome, Italy, in 1965. After high school education (Liceo Scientifico Peano) he attended the Italian Air Force Academy in Pozzuoli from november 1986 until Marc 1990. During this period he studied Aerospace Engineering, Air Navigation, Law, Management, Air Force organization and took the basic flying training.
After graduation (Coming out first in the
Falco IV°) in March 1990 he was sent to Mather Air Force Base, California, USA, where he graduated as a navigator in April 1991. In the USA he also obteined a Private Pilot Licence. Once back in Italy, he completed navigator training at Lecce Air Force Base.
From August to November 1991 he attended the 164th Tornado GR1 Course at Trinational Tornado Training Establishment, RAF Cottesmore, UK.
In November 1991 he was assigned to 6th Wing, 154th Tornado Strike Squadron in Ghedi (Brescia), and member of the famous
“red devils”. He partecipated in several exercises and tactical evaluations and in the Bosnian conflict related NATO Operation Sharp Guard in the Adriatic Sea. In September 1994 Capt. Poggiali was selected and posted to 311th Squadron of Reparto Sperimentale Volo, the Italian Air Force Official Test Centre, at Pratica di Mare, near Rome, where he held positions of responsibility and command.
From October 1994 until April 1995 he attended 58th Air Staff Course at
Scuola di Guerra Aerea”, the Italian Air Force College, in Florence. During the course he received instruction in Air Force Management, Military Strategy, Military Logistics and Law.
From August 1995 until July 1996 Capt. Poggiali attended 28th GD Aerosystem Course at Raf Cranwell, UK, in order to qualify as an Aerosystems Test Officer.
In September 1996 he attended the Ground School phase of the Tornado ADV course at RAF Coningsby, UK.
Capt. Poggiali had accumulated about 1000 flying hours on more than fifteen different types of airplane and helicopters, including Tornado GR1, Tornado ADV, Tornado ECR, AMX-T, Aermacchi MB339-A, MB339-FD, MB 339-CD, T-33, Piaggio P180, NH500 and AB212.
Capt. Poggiali was studying for a Master Degree in Aerospace Engineering at Naples University
“Federico II”.
He was member of the NATO Advisory Group for Aerospace Research and Development (AGARD) - Mission System Panel since 1997.
Shortly after his returns from Le Bourget (Paris) Airshow in June 1997, where he represented the Italian Air Force together with the astronaut M. Cheli, Capt. Poggiali died on the 8 August 1997 in an aircraft crash over Lepini Mountains, near Rome (Monte Lupone, Cori - Latina), caused by someone else's negligence.
In Rome, one street and one school are dedicated to the brave Capt. Maurizio Poggiali: look the links:
“Largo Maurizio Poggiali and Scuola Maurizio Poggiali.

 

maurizio  dopo una missione con il tornado

 

Motivazione della medaglia d'oro al valore aeronautico concessa alla bandiera di gruppo del Reparto Sperimentale Volo (quello frequentato dal capitano Maurizio Poggiali)
"Nell'assolvimento dell'ardua attività di sperimentazione di nuove macchine a terra ed in volo, ha fin dai tempi pioneristici dell'aviazione, offerto esempio di dedizione appassionata ed instancabile al dovere, consentendo all' Aeronautica Militare, alle Forze Armate italiane ed alla Nazione di conseguire risultati di avanguardia nella realizzazione di programmi nazionali ed internazionali nel settore aerospaziale. L'appassionato e generoso slancio degli equipaggi nel corso delle ardimentose prove, la conseguente accettazione del rischio della vita nella ricerca dei limiti di funzionamento e di sicurezza delle macchine, il supremo sacrificio di molti dei suoi uomini, sono testimonianza indelebile e nobilissima di una tradizione di eroismo e di virtù militari e professionali, che danno prestigio all'Aeronautica Militare ed all'Italia"
Il prossimo obiettivo di Maurizio, laureando all'Università Federico II di Napoli in Ingegneria Aerospaziale, era quello di partecipare alle selezioni per astronauti.
Maurizio era collega degli ultimi ufficiali A.M. selezionati per missioni spaziali, gli astronauti Maurizio Cheli e Roberto Vittori, presso il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare, dove ha prestato servizio, in qualità di capo della sezione navigatori, fino al suo ultimo volo.

 

FRANCOBOLLO DEDICATO AL CAPITANO POGGIALI: 6 luglio 2007.

The issue of a stamp dedicated to him on the tenth anniversary of his death, honors a first-class Air Force officer of great professionalism who has served Italy with pride and generosity and who has turned into “an example and a model for the younger generations” like said President of Italian Republic Giorgio Napolitano, recognizing his abnegation and capacity, generosity and competence.

La vignetta raffigura, in primo piano, un ritratto di Maurizio Poggiali, Capitano dell’Aeronautica Militare e un aereo Tornado in volo; sullo sfondo sono rappresentati i colori della bandiera italiana.
Completano il francobollo la leggenda "CAPITANO MAURIZIO POGGIALI" e le date "1965 - 1997", la scritta "ITALIA" ed il valore "
€ 0,60". A commento dell’emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma della famiglia Poggiali.
Lo Sportello Filatelico di Roma Eur e l
’Ufficio Postale di Cori (LT) utilizzeranno, il giorno di emissione, il rispettivo annullo speciale realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane; inoltre metteranno in vendita una cartolina raffigurante particolari contenuti nella vignetta del francobollo commemorativo, al prezzo di € 0,52, oltre il valore del francobollo.
La cartolina sarà posta in vendita o potrà essere prenotata presso tutti gli Sportelli Filatelici del territorio nazionale e i Negozi "Spazio Filatelia" di Roma, Milano e Venezia.
Il francobollo e i prodotti filatelici potranno essere acquistati anche online sul sito internet www.poste.it.
Il proposito del francobollo a lui dedicato - nel decennale della morte avvenuta l
’8 agosto 1997 , a trentadue anni, nell’ incidente aereo di Monte Lupone (Cori-Latina) provocato da imperizia altrui -, credo sia quello di far emergere, attraverso il suo esempio, quanto sia importante, nella vita di ogni individuo, mettere a servizio della collettività valori quali l’onestà, il coraggio, il senso del dovere, lo spirito di sacrificio: virtù che Maurizio Poggiali possedeva e che ha saputo esprimere nel suo percorso umano e professionale. La vita di uno studioso di Ingegneria Aerospaziale all’Università Federico II di Napoli con l’obiettivo di partecipare alle selezioni per astronauta; la vita di un simpatico "esploratore" dal sorriso contagioso ed ottimista e, al tempo stesso, la vita esemplare di un cittadino del mondo, altruista e partecipe ai problemi del prossimo.
Una nobile esistenza nella quale echeggia, come in quella di un giovane eroe moderno, il monito di Kant: "il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me". La legge morale lo ha fatto librare verso il sogno dello spazio e delle stelle e lo ha stimolato "ad amare le cose difficili se necessarie alla libertà", contrastando ogni iniquità. Questo suo anelito di trasformare in meglio la società - in cui "l
’essere" deve sovrastare "l’avere" - e, parimenti, "la bellezza di offrire qualcosa agli altri", li manifestava con azioni, propositi, scritti espressi con forza d’animo, perizia ed intelligenza, unite sempre a stile e misura. Dovessi scegliere una sua frase, per indirizzarla a tutti i giovani, citerei questa: "Fai dell’onestà una sorta di faro e se in futuro certe zone della tua vita non ne rimanessero illuminate, considera la possibilità di cambiare qualcosa, perché qualcosa che non va, c’è". E se è vero, come riporta Maria Luisa Spaziani, nella prefazione al libro di poesie di Maurizio Poggiali "Lune d’inverno" che: "la vita è come un elastico, che rimane lo stesso, teso o rilasciato che sia, e che la qualità conta, non la quantità: la quantità è soltanto visibile per chi resta, per chi non può entrare negli alti disegni del Creatore", è altrettanto vero che la qualità dei "grandi" è di superare il tempo e divenire storia.
Grazie anche a questo francobollo, gli ideali di Maurizio Poggiali rimarranno sempre dei luminosi punti di riferimento per le nuove generazioni di aviatori e di cittadini.

 

 

La sua straordinaria carriera che lo portò ad essere uno dei Top Gun italiani, a rappresentare l'Italia all'Estero, conseguendo riconoscimenti internazionali, e a far parte del primo equipaggio italiano ad effettuare il rifornimento in volo con il Tornado Adv, unita a eccezionali qualità morali è testimoniata dalle attestazioni istituzionali fin qui ricevute. Nel 2002, alla presenza del Sindaco di Roma Walter Veltroni, è stata dedicato un "Largo Maurizio Poggiali" (con la presenza della banda dell'Aeronautica Militare che ha suonato l'inno di Mameli per la sua memoria) ed una scuola statale "Scuola statale Maurizio Poggiali" a Roma.
Il comune di Cori, nel 2005, gli ha conferito la cittadinanza onoraria alla memoria.

 

POESIA DI MAURIZIO POGGIALI

"ALLE STELLE"

Stelle, silenziose
e belle. In più di
mille apparite sopra
di me, scintillanti nella notte calda.
E i miei occhi vi
parlano. E nel mio animo,
è pace.

 

 Maurizio Poggiali

 

 

LA STORIA DI MAURIZIO POGGIALI:
Immagini di un pilota poeta, come Antoine Saint Exupery, l'autore del "Piccolo principe".In una lettera del 1986, indirizzata alla poetessa Maria Luisa Spaziani, durante il primo anno d
’Accademia Aeronautica, già si intravedono i tratti di una singolare figura di aviatore-poeta che, come Antoine Saint-Exupery - al cui mito è stato avvicinato - ama la poesia, la letteratura e la scrittura:

"Ci può essere qualcosa di più bello dell
’attività creativa e letteraria in particolare? Mettersi lì, davanti alla carta bianca, candida, a scrivere e aggiustare e togliere e riscrivere, lei sa quanto appaghi. Devo confessarle, d’altro canto, che la consapevolezza di svolgere, ad alto livello, un compito di difesa al servizio del proprio Paese, di essere tra coloro che garantiscono, salvaguardandola, la libera quotidianità ai propri cari e alla nazione intera in un certo senso rende orgoglioso chi sente la "bellezza" di offrire qualcosa agli altri. Inoltre, le cosiddette "virtù militari" quali il coraggio, la lealtà, lo spirito di sacrificio, l’onore, continuamente predicate in Accademia, riescono qualche volta a suscitare brividi davvero nobili".

Risulta primo tra i navigatori al termine del corso Falco IV° dell
’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (1986-1990). Il suo iter formativo lo porta a stretto contatto con la realtà militare internazionale: presso la Midwestern State University di Wichita Falls (Texas); la base aerea dell’Air Force di Mather (California) e la Scuola Trinazionale per velivoli Tornado presso la Royal Air Force di Cottesmore (Gran Bretagna) dove, superando impegnativi test e qualificandosi sempre tra i primi in competizione con colleghi di altre nazionalità, diviene un esperto navigatore di Tornado: il jet supersonico, raffigurato nel francobollo, è un velivolo tra i più complessi in dotazione all’Aeronautica Militare e del quale il capitano Maurizio Poggiali era uno specialista.
Ufficiale stimato ed orgoglioso di indossare l
’uniforme azzurra, trascorre gli anni tra il 1991 ed il 1994 presso il 154° gruppo di Ghedi (Brescia) tra i famosi "Diavoli rossi" ; periodo che considera: "tra i più belli della mia vita". Nel 1995 viene selezionato per il reparto d’elite dell’A.M.: il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare dove ricopre incarichi di responsabilità e di comando.
Dal 1995 al 1996 frequenta, con straordinario profitto, il 28° corso "Aerosystem" presso la base della RAF a Cranwell, meritandosi il plauso e l
’apprezzamento di tutto lo Staff del College e conseguendo la qualifica di "Collaudatore di sistemi avionici". A seguito dell’ottenimento di ulteriori qualifiche, brevetti e prestigiosi riconoscimenti internazionali che fanno onore al nostro Paese, viene nominato, dal Ministero della Difesa, "Istruttore Sperimentatore di sistemi avionici" e "Capo sezione Navigazione" servizio prove di volo del 311° gruppo. Dopo aver frequentato la Ground School del velivolo Tornado Adv presso la base RAF di Coningsby (Gran Bretagna), il 9 aprile 1997, da Gioia del Colle, fa parte del primo equipaggio italiano ad effettuare rifornimento in volo con il Tornado Adv. Il 6 maggio 1997, come navigatore, effettua voli con il Tornado F3, durante i quali egli mette a punto le procedure che sono impiegate dai piloti dei reparti operativi.
Nel mese di giugno del 1997 partecipa, come rappresentante dell
’A.M. italiana, al Salone Aeronautico Internazionale di Le Bourget (Parigi) ed è intervistato, per la Rai, ad illustrare l’avionica del velivolo MB339 CD, a cui stava riversando il suo impegno.

Brano dal discorso del fratello Fabio, il giorno dell'intitolazione del "Largo Maurizio Poggiali".

I suoi scritti  sono una testimonianza di questa sua paziente creatività e della sua volontà di migliorare: ogni redazione finale di una poesia, di un breve racconto, di una lettera, perfino di una cartolina, è il frutto di decine di brutte copie, spesso corrette nella sintassi e modificate e ristrutturate. Per lui, scrivendo, si doveva arrivare a scegliere quella determinata precisa parola, proprio perché era la più appropriata a rappresentare quel particolare significato.

Su tutti amava Calvino, Bassani e Gadda tra gli scrittori italiani, Ungaretti e Montale tra i nostri poeti. Gli piaceva leggere molto, in gioventù, Gabriel Garcia Marquez, di cui conservava molti romanzi.

Ho sempre ammirato in Maurizio la calma, la serenità e la forza psicologica che emanava. Se, per esempio era impegnatissimo in una relazione tecnica per l'Aeronautica Militare (prestava servizio presso la Divisione Aerea Studi Ricerche e Sperimentazioni dell’aeroporto di Pratica di Mare), o concentrato per la preparazione di un esame universitario (era laureando in Ingegneria Aeronautica, indirizzo aerospaziale, all'Università "Federico II" di Napoli), poteva ugualmente distogliere la sua attenzione, quando mi presentavo, a più riprese, a lui che, chinato sulla scrivania - spesso davanti lo schermo acceso del computer -  senza alcuna insofferenza, era prodigo di consigli chiarificatori. Aveva un sacro rispetto dei nostri genitori e della nostra famiglia: adorava vedere tutti i familiari raccolti intorno ad un tavolo imbandito per Pasqua o per Natale. Gli piaceva molto preparare il presepe: era un rito che ripeteva costantemente ogni anno, nei giorni delle festività. In quelle occasioni non era mai polemico - spesso si discuteva di politica o si giocava a carte e allora gli animi, talvolta, si riscaldavano -, anzi era un moderatore perfetto ed un ottimo compagno di giochi: sempre cordiale, sorridente, smorzava i toni e le atmosfere. Aveva per tutti un pensiero, una parola, un gesto amichevole. Amava ed ha sempre amato i nonni di un amore quasi filiale, ed esigeva la loro presenza in quelle “rimpatriate”.

Da adolescente era fortissimo nel nuoto agonistico; io non capivo - essendo costituzionalmente e fisicamente molto simili, cioè alti e magri - come una sua "bracciata" in piscina potesse avere un rendimento doppio rispetto alla mia, ma ne registravo gli effetti. Ogni sua gara terminava con una medaglia ed i suoi tempi erano strepitosi. Ecco, qui lui mi avrebbe corretto l'aggettivo. Avrebbe preferito che scrivessi discreti. Ma tant'è: vinceva sempre.

Nel 1986 decise di partecipare alle selezioni per essere ammessi all'Accademia Aeronautica, risultò uno dei circa cento vincitori dei più di seimila in competizione, e da quel momento l'ho visto meno frequentemente: io impegnato con le mie tournée teatrali, lui a Pozzuoli a  studiare o a combattere con qualche "scelto"; poi, una volta ultimato il corso - risultando primo tra i navigatori -, fu inviato, a più riprese, dapprima negli U.S.A., in seguito in Inghilterra presso le più qualificate scuole di specializzazione e basi aeree del mondo; infine fu assegnato, nel 1991, alla base di Ghedi (Brescia), tra i famosi "diavoli rossi" e, nel 1994, al Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare.

Nonostante i suoi doveri, ed i suoi continui spostamenti, quando poteva, assisteva ai miei spettacoli teatrali ed era sempre generoso di consigli e di suggerimenti: per lo più di carattere generale, di umiltà e di correttezza professionale.

Io lo pensavo e qualche volta lo apostrofavo "missione e dovere"; ogni azione, per lui, doveva essere eticamente giusta, kantianamente necessaria e morale.

Malgrado tutto quello che si può dire e interpretare sulla e dalla morte di un giovane - la prima che Gesù stesso è morto giovane, fino a Plutarco che afferma: “Muore giovane colui che al ciel è caro” - a me sembra un peccato che sia morto così precocemente, perché aveva un potenziale psicofisico enorme sorretto da una forza di volontà eccezionale che, sebbene anch'io abbia vissuto in due ambienti molto competitivi - lo sport prima e lo spettacolo poi -, non ho mai riscontrato, allo stesso livello, in altri soggetti.

D'altra parte, a parer mio sono individuabili alcune caratteristiche comuni in talune giovani personalità morte prematuramente negli anni recenti (pur non avendole conosciute personalmente).

Mi riferisco, ad esempio, al campione del mondo di calcio Gaetano Scirea, all'attore Nick Novecento, al pilota di Formula 1 Ayrton Senna, al Presidente della Piaggio Giovanni Agnelli. Essi avevano tutti - compreso il Cap. A.M. Maurizio Poggiali - una bontà d'animo che traspariva dalle loro dichiarazioni ed interviste, oltre che dalla purezza del loro sguardo.

La morte improvvisa di questi personaggi ha suscitato grande commozione e sgomento nell'opinione pubblica, non solo per ragioni anagrafiche o per motivi da ricercare nella popolarità o nel talento espresso, ad alto livello, in ambito professionale, quanto proprio, a mio avviso, per la speciale qualità del loro "essere."

Forse è soltanto una mia supposizione, ma un unico filo sembra collegare questi giovani uomini; sportivi, industriali, attori o ufficiali che fossero: il candore.

Certamente essi hanno dimostrato di essere stati, in vita, combattivi, tenaci e vincenti, ma parimenti apparivano modesti, schivi, defilati, un po' "controcorrente".

Ed è, in primo luogo, per questi motivi che li ho sempre apprezzati ed ammirati in modo particolare e mi piace ricordarli con affetto, unendoli idealmente, nel rimpianto, a mio fratello Maurizio.

Mio fratello credeva in Dio, era religioso ed aveva una visione spirituale della vita: questa consapevolezza ci fa essere più vicini a lui sapendo che, forse, è lassù nei cieli e ci protegge dall'alto.

Maurizio era orgoglioso di appartenere all'Aeronautica Militare e noi siamo sempre stati orgogliosi di lui. Pochi giorni prima della tragedia mi confidò che il suo lavoro, al Reparto Sperimentale Volo, gli piaceva e so che si dedicava anima e corpo al suo impegno.
Con lo spirito e gli insegnamenti di mio fratello, ciò che mi urge gridare è che - al di là della responsabilità e della negligenza del pilota che guidava l'aereo, - trovo francamente inaccettabile che un aereo militare cada in Italia, nel 1997, a pochi chilometri da Roma, d'estate, in una giornata serena, e venga ritrovato soltanto il giorno dopo grazie all'intervento di alcuni gitanti occasionali! Tutto ciò può sembrare assurdo, ma posso affermare con indignazione, e senza timore di smentita, che è la realtà dei fatti accaduti, purtroppo.
Per questo, la mia famiglia ed io, da anni stiamo cercando di far evidenziare la verità sull'incidente e ritengo sia un diritto ed un dovere della mia famiglia, nonché dello Stato Italiano, l'accertamento delle varie responsabilità. Maurizio si è sempre battuto, in tutta la sua vita, per l'onestà, la giustizia e la verità.
Sono i cardini degli insegnamenti che egli aveva assorbito dalla mia famiglia che ora cerca di onorare la sua memoria, facendo rivivere il suo spirito nel tempo, con la finalità di evitare che in futuro accadano tragedie come quella che è costata la vita a Maurizio.
Io credo che così come la sua vita, il suo altruismo, il suo spirito di sacrificio, la sua lealtà, il suo coraggio, hanno avuto un significato, altrettanto significato debba avere la sua morte che è servita a denunciare le carenze del Soccorso Aereo di Ciampino.
Per questo, credo che la sua morte non sia avvenuta invano, se è servita a far capire a molti che qualcosa non andava nell'organizzazione del Soccorso Aereo, che a seguito dell'incidente è stato radicalmente trasformato.
Vorrei che questo suo sacrificio non si dimenticasse mai.
Qualunque sarà la sentenza emessa dal Tribunale di Roma per i responsabili del Soccorso Aereo, attualmente sotto processo, resterà il fatto accaduto, il mancato ritrovamento dell
’aereo e la morte di mio fratello, al quale, viceversa, soccorsi tempestivi ed adeguati avrebbero potuto salvargli la vita.
ll Soccorso Aereo, nel tempo, cambierà nelle modalità, nelle regole, nei mezzi e negli uomini, ma la morte di mio fratello Maurizio dovrà rappresentare sempre un monito per le coscienze di coloro che vi lavorano e vi lavoreranno, affinché si evitino altre analoghe tragedie.

 

 

La NASA, su proposta dell'osservatorio astronomico di Campo Catino (Frosinone)  diretto da Mario di Sora, ha intitolato  l'asteroide  DH20 - 1998  a Maurizio Poggiali,   per  sottolineare, attraverso il suo esempio, valori quali l’altruismo, il coraggio, il senso del dovere, lo spirito di sacrificio: virtù che Maurizio possedeva e che ha saputo esprimere nel suo percorso umano e professionale

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Questa intitolazione riveste un significato particolare  anche perché il 2009  è  stato l'anno internazionale dell'astronomia, e l'ufficiale era prossimo a partecipare alle selezioni per diventare astronauta e raggiungere lo spazio.   Ora il suo obiettivo è stato raggiunto.

In  una lettera del 1986, indirizzata alla poetessa Maria Luisa Spaziani, durante il primo anno d’Accademia Aeronautica, già si intravedono i tratti di una singolare figura di aviatore-poeta che, come Antoine Saint-Exupery - al cui mito è stato avvicinato - ama la poesia, la letteratura e la scrittura:
"Ci può essere qualcosa di più bello dell’attività creativa e letteraria in particolare? Mettersi lì, davanti alla carta bianca, candida, a scrivere e aggiustare e togliere e riscrivere, lei sa quanto appaghi. Devo confessarle, d’altro canto, che la consapevolezza di svolgere, ad alto livello, un compito di difesa al servizio del proprio Paese, di essere tra coloro che garantiscono, salvaguardandola, la libera quotidianità ai propri cari e alla nazione intera in un certo senso rende orgoglioso chi sente la "bellezza" di offrire qualcosa agli altri. Inoltre, le cosiddette "virtù militari" quali il coraggio, la lealtà, lo spirito di sacrificio, l’onore, continuamente predicate in Accademia, riescono qualche volta a suscitare brividi davvero nobili".

Studioso di Ingegneria Aerospaziale all’Università Federico II di Napoli, membro dell'AGARD, Ricerche Aerospaziale della Nato,   nonchè ufficiale dell'Aeronautica militare (capo  della sezione navigazione del "Reparto Sperimentale Volo" di Pratica di Mare, fucina di astronauti)  con l’obiettivo di partecipare alle selezioni per astronauta; un simpatico "esploratore" dal sorriso contagioso ed ottimista e, al tempo stesso, un cittadino del mondo, altruista e partecipe ai problemi del prossimo.

Una nobile esistenza nella quale echeggia, come in quella di un giovane eroe moderno, il monito di Kant: "il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me". La legge morale lo ha fatto librare verso il sogno dello spazio e delle stelle e lo ha stimolato "ad amare le cose difficili se necessarie alla libertà", contrastando ogni iniquità.

Questo suo anelito di trasformare in meglio la società - in cui "l’essere" deve sovrastare "l’avere" - e, parimenti, "la bellezza di offrire qualcosa agli altri", li manifestava con azioni, propositi, scritti espressi con forza d’animo, perizia ed intelligenza, unite sempre a stile e misura.

Poeta e scrittore, autore di due volumi  postumi ("Top-Gun, con valore verso le stelle" ed il volume di poesie "Lune d'inverno")   è  stato accostato dall'allora sindaco di Roma Walter Veltroni ad Antoine Saint Exupery, il mitico poeta-pilota, autore del Piccolo Principe:  "Come Antoine Saint Exupery, anche lui pilota e scrittore , coltivava la poesia, la vita, amava volare e ha terminato la propria esistenza facendo il suo dovere".

 

 

 

 

Il comune di Cori, ha dedicato una targa toponomastica marmorea nella piazza principale della città e gli ha conferito la cittadinanza onoraria alla memoria. Le principali cariche istituzionali del nostro Paese, fino al Presidente Ciampi hanno espresso solidarietà e sostegno alla famiglia per la richiesta di giustizia e verità.
Dopo l'8-8-97, il mondo non è più lo stesso senza di lui, ma la qualità dei grandi è di superare il tempo e di diventare storia.
Maurizio lo è divenuto.

 

 

 

 

 

 

Un ufficiale, serio, onesto, professionale, ma anche un ragazzo sereno, ottimista e sorridente. Così lo ricordano gli amici e colleghi d'Accademia: "Quello di noi che più di tutti sapeva sorridere"
Fin da adolescente, campione giovanile con l
’ A.S. Roma nuoto, dimostra grande interesse, oltre che per lo sport, per il mondo culturale e scientifico. Si impegna personalmente per la creazione di un organismo giovanile europeistico ed attraverso i suoi elaborati e la partecipazione a varie conferenze ed incontri, espone la necessità della collaborazione tra le varie Nazioni, nel settore scientifico-tecnologico, con il fine ultimo di aiutare il processo dell’integrazione europea.

 

 

Nel 1985 e 1986, tra migliaia di partecipanti, risulta vincitore del concorso internazionale "I giovani incontrano l’Europa" indetto dalla Rai. Il candidato doveva indicare, tra i vari pregiudizi esistenti nei Paesi della Comunità, quello di maggior ostacolo all’unificazione europea e quale iniziativa suggerisse per rimuoverlo. Maurizio scrive:

"Abbiamo tanti problemi in casa nostra!" Questo è il pregiudizio più pericoloso e di maggior ostacolo all
’unificazione europea. E in questo senso vanno indirizzati gli sforzi maggiori: essere insieme, uniti, non significa consolarsi a vicenda nel pianto della rassegnazione ma, al contrario, aiuto reciproco e volontà raddoppiata di venire a capo dei problemi più tormentosi. E’ necessaria una maggiore, migliore, capillare e intelligente informazione per un maggior "credo" in una dimensione europea, in un futuro comunitario più sereno per tutti: è ripetitivo ma importante sottolineare che le attenzioni vanno rivolte ai giovani, perché se questi oggi non avvertono l’esigenza, la ne-ces-si-tà di un’ Europa Unita, tale non sarà domani e se non arrivano a comprendere che il bilancio "USE" sarebbe sicuramente più che positivo per "l’uomo europeo", anche loro con buona probabilità, avendo un animo e una mente, continueranno come "uomini della Terra" a tremare seppur inconsciamente nella triste prospettiva della fine di tutto".

L
’anno successivo i concorrenti erano tenuti a condensare in un testo di massimo venti parole come immaginavano - o come avrebbero voluto - l’unità europea.

Maurizio compone così: "Verranno i giorni delle notti di luce. La luce di più di dodici stelle. I giorni dell’Europa unita".