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MAURIZIO POGGIALI (Roma 1965- Cori-Latina 1997)
Sito ufficiale dedicato al capitano e poeta caduto
nell'adempimento del proprio dovere
nell'incidente aereo su Monte Lupone l'8-8-97, provocato da imperizia altrui.
CAPTAIN Maurizio
POGGIALI, ITAF (Roma, 19-2-1965/ Cori -Latina 8-8-1997) Pilot and poet, captain Italian
Air Force.
capt. Maurizio
Poggiali, an example
and a model for the younger generations”
Giorgio Napolitano, president of Italian Republic
"Un giovane caduto
nell'adempimento del proprio dovere, dopo una vita breve ma intensa,
improntata a valori etici che possono costituire modello per le giovani
generazioni".
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
"L'esempio ed
i valori di Maurizio rivestono per tutti noi un significato particolare
perché sono e saranno sempre perpetuati nella memoria,
ed alimentati dalle idee e dalle forte
spinta morale ed etica che, pur giovanissimo, Maurizio ha sempre
dimostrato di voler porre alla base della Sua Missione di Uomo d'Armi e
di Scienza".
dr. Gianni Letta - Presidenza del Consiglio
dei Ministri
"Desidero ricordare un ragazzo
straordinario come il capitano dell’aeronautica
militare Maurizio Poggiali, sottolineare l’esempio
della sua vita breve ma
intensa,
capace di unire in ogni scelta una forte
passione etica ed intellettuale al senso del dovere e ai sinceri ideali
che lo avevano spinto ad arruolarsi. E, in secondo luogo,
ritengo giusto e bello che il suo ricordo sia
legato ad un premio per i giovani. Un premio rivolto alle migliori tesi
di laurea in un settore di ricerca fondamentale
per il nostro
territorio come l’ingegneria aerospaziale".
On. Nicola Zingaretti, Presidente
della Provincia di Roma
La città ha avuto modo di rendere
omaggio alla memoria del capitano Maurizio Poggiali, prima con l'intitolazione
di una scuola, poi con quella di un Largo della città
che abbiamo
inaugurato insieme, perché ritengo che la sua figura, la sua intensa
esperienza di vita e il suo coraggio insieme al suo amore per la poesia e
l'arte
non debbano andare
dimenticate.
On. Walter Veltroni, già Sindaco di
Roma.
Una nazione si rivela
non solo grazie agli uomini che produce, ma anche grazie a quelli che
onora, agli uomini che ricorda"
J. F. Kennedy, Presidente degli Stati Uniti
d'America, 1963
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Fond of space and
flight but also of literature and poetry Capt. Poggiali
was born in Rome, Italy, in 1965. After high
school education (Liceo Scientifico
Peano) he attended the Italian
Air Force
Academy in Pozzuoli from november
1986 until Marc 1990. During this period he studied Aerospace
Engineering, Air Navigation, Law, Management, Air Force organization and
took the basic flying training.
After graduation (Coming out first in the “Falco IV°) in March 1990 he was sent to Mather Air
Force Base, California, USA, where he graduated as a navigator in April 1991. In the USA
he also obteined a Private Pilot Licence. Once
back in Italy, he
completed navigator training at Lecce
Air Force Base.
From August to November 1991 he attended the 164th Tornado GR1 Course at Trinational Tornado Training Establishment, RAF Cottesmore,
UK.
In November 1991 he was assigned to 6th Wing, 154th Tornado Strike
Squadron in Ghedi (Brescia), and member of the famous “red devils”. He partecipated in several exercises and tactical
evaluations and in the Bosnian conflict related NATO Operation Sharp
Guard in the Adriatic Sea. In September
1994 Capt. Poggiali was selected and posted to
311th Squadron of Reparto Sperimentale Volo, the Italian Air
Force Official Test Centre, at Pratica di Mare, near Rome, where he held positions of
responsibility and command.
From October 1994 until April 1995 he attended 58th Air Staff Course at “Scuola
di Guerra Aerea”, the
Italian Air
Force College,
in Florence.
During the course he received instruction in Air Force Management,
Military Strategy, Military Logistics and Law.
From August 1995 until July 1996 Capt. Poggiali
attended 28th GD Aerosystem Course at Raf Cranwell, UK,
in order to qualify as an Aerosystems Test
Officer.
In September 1996 he attended the Ground
School phase of the Tornado ADV
course at RAF Coningsby, UK.
Capt. Poggiali had accumulated about 1000
flying hours on more than fifteen different types of airplane and helicopters,
including Tornado GR1, Tornado ADV, Tornado ECR, AMX-T, Aermacchi MB339-A, MB339-FD, MB 339-CD, T-33, Piaggio P180, NH500 and AB212.
Capt. Poggiali was studying for a Master Degree
in Aerospace Engineering at Naples
University “Federico II”.
He was member of the NATO Advisory Group for Aerospace Research and
Development (AGARD) - Mission System Panel since 1997.
Shortly after his returns from Le Bourget (Paris) Airshow
in June 1997, where he represented the Italian Air Force together with
the astronaut M. Cheli, Capt. Poggiali died on the 8 August 1997 in an aircraft
crash over Lepini Mountains, near Rome (Monte Lupone, Cori - Latina), caused by someone else's
negligence.
In Rome,
one street and one school are dedicated to the brave Capt. Maurizio Poggiali: look the links: “Largo Maurizio Poggiali” and “Scuola Maurizio Poggiali”.
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Motivazione della medaglia d'oro al valore aeronautico
concessa alla bandiera di gruppo del Reparto Sperimentale Volo (quello
frequentato dal capitano Maurizio Poggiali)
"Nell'assolvimento dell'ardua attività di sperimentazione di nuove
macchine a terra ed in volo, ha fin dai tempi
pioneristici dell'aviazione, offerto esempio di dedizione appassionata
ed instancabile al dovere, consentendo all' Aeronautica Militare, alle
Forze Armate italiane ed alla Nazione di conseguire risultati di
avanguardia nella realizzazione di programmi nazionali ed
internazionali nel settore aerospaziale. L'appassionato e generoso
slancio degli equipaggi nel corso delle ardimentose prove, la
conseguente accettazione del rischio della vita nella ricerca dei
limiti di funzionamento e di sicurezza delle macchine, il supremo
sacrificio di molti dei suoi uomini, sono
testimonianza indelebile e nobilissima di una tradizione di eroismo e
di virtù militari e professionali, che danno prestigio all'Aeronautica
Militare ed all'Italia"
Il prossimo obiettivo di Maurizio, laureando all'Università Federico II
di Napoli in Ingegneria Aerospaziale, era quello di partecipare alle
selezioni per astronauti.
Maurizio era collega degli ultimi ufficiali A.M. selezionati per
missioni spaziali, gli astronauti Maurizio Cheli
e Roberto Vittori, presso il Reparto
Sperimentale Volo di Pratica di Mare, dove ha prestato servizio, in qualità di capo della sezione navigatori, fino al
suo ultimo volo.
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FRANCOBOLLO DEDICATO AL CAPITANO POGGIALI: 6 luglio 2007.
The issue of a stamp
dedicated to him on the tenth anniversary of his death, honors a first-class Air Force officer of great
professionalism who has served Italy with pride and generosity and who
has turned into “an example and a model for the younger generations” like said President of Italian
Republic Giorgio Napolitano, recognizing his abnegation and capacity,
generosity and competence.
La vignetta raffigura, in primo piano, un ritratto di
Maurizio Poggiali, Capitano dell’Aeronautica Militare e un aereo Tornado in
volo; sullo sfondo sono rappresentati i colori della bandiera italiana.
Completano il francobollo la leggenda
"CAPITANO MAURIZIO POGGIALI" e le date "1965 -
1997", la scritta "ITALIA" ed il valore "€ 0,60". A commento dell’emissione
verrà posto in vendita il bollettino
illustrativo con articolo a firma della famiglia Poggiali.
Lo Sportello Filatelico di Roma Eur e l’Ufficio Postale di Cori (LT) utilizzeranno,
il giorno di emissione, il rispettivo annullo speciale realizzato a
cura della Filatelia di Poste Italiane; inoltre metteranno in
vendita una cartolina raffigurante particolari contenuti nella vignetta
del francobollo commemorativo, al prezzo di € 0,52, oltre il valore del francobollo.
La cartolina sarà posta in vendita o potrà essere prenotata presso
tutti gli Sportelli Filatelici del territorio nazionale e i Negozi
"Spazio Filatelia" di Roma, Milano e Venezia.
Il francobollo e i prodotti filatelici potranno essere acquistati anche
online sul sito internet www.poste.it.
Il proposito del francobollo a lui dedicato - nel decennale della morte
avvenuta l’8 agosto 1997 , a trentadue anni, nell’
incidente aereo di Monte Lupone (Cori-Latina)
provocato da imperizia altrui -, credo sia quello di far emergere,
attraverso il suo esempio, quanto sia importante,
nella vita di ogni individuo, mettere a servizio della collettività
valori quali l’onestà, il coraggio,
il senso del dovere, lo spirito di sacrificio: virtù che Maurizio
Poggiali possedeva e che ha saputo esprimere nel suo percorso umano e professionale.
La vita di uno studioso di Ingegneria Aerospaziale all’Università Federico II di Napoli con l’obiettivo di
partecipare alle selezioni per astronauta; la vita di un simpatico
"esploratore" dal sorriso contagioso ed
ottimista e, al tempo stesso, la vita esemplare di un cittadino del
mondo, altruista e partecipe ai problemi del prossimo.
Una nobile esistenza nella quale echeggia, come in quella di un giovane
eroe moderno, il monito di Kant: "il cielo stellato sopra di me, la legge morale
dentro di me". La legge morale lo ha
fatto librare verso il sogno dello spazio e delle stelle e lo ha
stimolato "ad amare le cose difficili se necessarie alla
libertà", contrastando ogni iniquità. Questo suo anelito di
trasformare in meglio la società - in cui "l’essere" deve sovrastare "l’avere" - e,
parimenti, "la bellezza di offrire qualcosa agli altri", li
manifestava con azioni, propositi, scritti espressi con forza d’animo,
perizia ed intelligenza, unite sempre a stile
e misura. Dovessi scegliere una sua frase, per
indirizzarla a tutti i giovani, citerei questa: "Fai dell’onestà
una sorta di faro e se in futuro certe zone della tua vita non ne
rimanessero illuminate, considera la possibilità di cambiare qualcosa,
perché qualcosa che non va, c’è". E se è vero, come riporta
Maria Luisa Spaziani, nella prefazione al
libro di poesie di Maurizio Poggiali "Lune d’inverno" che: "la vita
è come un elastico, che rimane lo stesso, teso o rilasciato che sia, e
che la qualità conta, non la quantità: la quantità è soltanto visibile per
chi resta, per chi non può entrare negli alti disegni del
Creatore", è altrettanto vero che la qualità dei
"grandi" è di superare il tempo e divenire storia.
Grazie anche a questo francobollo, gli ideali di Maurizio Poggiali
rimarranno sempre dei luminosi punti di riferimento per le nuove
generazioni di aviatori e di cittadini.
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La sua straordinaria carriera che lo portò ad essere uno dei Top Gun
italiani, a rappresentare l'Italia all'Estero, conseguendo riconoscimenti
internazionali, e a far parte del primo equipaggio italiano ad
effettuare il rifornimento in volo con il Tornado Adv,
unita a eccezionali qualità morali è testimoniata dalle attestazioni
istituzionali fin qui ricevute. Nel 2002, alla presenza del Sindaco di
Roma Walter Veltroni, è stata dedicato un
"Largo Maurizio Poggiali" (con la presenza della banda
dell'Aeronautica Militare che ha suonato l'inno di Mameli per la sua
memoria) ed una scuola statale "Scuola statale Maurizio
Poggiali" a Roma.
Il comune di Cori, nel 2005, gli ha conferito la cittadinanza onoraria
alla memoria.
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POESIA DI MAURIZIO POGGIALI
"ALLE
STELLE"
Stelle, silenziose
e belle. In più di
mille apparite sopra
di me, scintillanti nella notte calda.
E i miei occhi vi
parlano. E nel mio animo,
è pace.
Maurizio
Poggiali
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LA STORIA DI MAURIZIO
POGGIALI:
Immagini di un pilota poeta, come Antoine Saint Exupery,
l'autore del "Piccolo principe".In
una lettera del 1986, indirizzata alla poetessa Maria Luisa Spaziani, durante il primo anno d’Accademia Aeronautica, già si intravedono i tratti di una
singolare figura di aviatore-poeta che, come Antoine Saint-Exupery - al cui mito è stato avvicinato -
ama la poesia, la letteratura e la scrittura:
"Ci può essere qualcosa di più bello dell’attività
creativa e letteraria in particolare? Mettersi lì, davanti alla carta bianca,
candida, a scrivere e aggiustare e togliere e riscrivere, lei sa quanto
appaghi. Devo confessarle, d’altro
canto, che la consapevolezza di svolgere, ad alto livello, un compito
di difesa al servizio del proprio Paese, di essere tra coloro che garantiscono,
salvaguardandola, la libera quotidianità ai propri cari e alla nazione
intera in un certo senso rende orgoglioso chi sente la "bellezza"
di offrire qualcosa agli altri. Inoltre, le cosiddette "virtù
militari" quali il coraggio, la lealtà, lo spirito di sacrificio,
l’onore, continuamente
predicate in Accademia, riescono qualche volta a suscitare brividi
davvero nobili".
Risulta primo tra i navigatori al termine del
corso Falco IV° dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (1986-1990). Il suo iter
formativo lo porta a stretto contatto con la realtà
militare internazionale: presso la Midwestern
State University di Wichita Falls (Texas); la
base aerea dell’Air Force di Mather
(California) e la Scuola Trinazionale
per velivoli Tornado presso la Royal Air Force di Cottesmore (Gran Bretagna) dove, superando
impegnativi test e qualificandosi sempre tra i primi in competizione
con colleghi di altre nazionalità, diviene un esperto navigatore di
Tornado: il jet supersonico, raffigurato nel francobollo, è un velivolo
tra i più complessi in dotazione all’Aeronautica
Militare e del quale il capitano Maurizio Poggiali era uno specialista.
Ufficiale stimato ed orgoglioso di indossare l’uniforme azzurra, trascorre gli anni tra il 1991 ed il
1994 presso il 154° gruppo di Ghedi
(Brescia) tra i famosi "Diavoli rossi" ; periodo che
considera: "tra i più belli della mia vita". Nel 1995 viene selezionato per il reparto d’elite dell’A.M.: il Reparto
Sperimentale Volo di Pratica di Mare dove ricopre incarichi di
responsabilità e di comando.
Dal 1995 al 1996 frequenta, con straordinario profitto, il 28° corso
"Aerosystem" presso la base della
RAF a Cranwell, meritandosi il plauso e l’apprezzamento di tutto lo Staff del College e conseguendo
la qualifica di "Collaudatore di sistemi avionici". A seguito dell’ottenimento
di ulteriori qualifiche, brevetti e prestigiosi riconoscimenti
internazionali che fanno onore al nostro Paese, viene nominato, dal
Ministero della Difesa, "Istruttore Sperimentatore di sistemi avionici" e "Capo sezione
Navigazione" servizio prove di volo del 311° gruppo. Dopo aver
frequentato la
Ground School del velivolo
Tornado Adv presso la base RAF di Coningsby (Gran Bretagna), il 9 aprile 1997, da
Gioia del Colle, fa parte del primo equipaggio italiano ad effettuare rifornimento in volo con il Tornado Adv. Il 6 maggio 1997, come navigatore, effettua voli con il Tornado F3, durante i quali
egli mette a punto le procedure che sono impiegate dai piloti dei
reparti operativi.
Nel mese di giugno del 1997 partecipa, come rappresentante dell’A.M.
italiana, al Salone Aeronautico Internazionale di Le Bourget (Parigi) ed è intervistato, per la Rai, ad illustrare l’avionica del velivolo MB339 CD, a cui stava riversando il suo impegno.
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Brano dal discorso del fratello Fabio, il
giorno dell'intitolazione del "Largo Maurizio Poggiali".
I suoi scritti sono una testimonianza di
questa sua paziente creatività e della sua volontà di migliorare: ogni
redazione finale di una poesia, di un breve racconto, di una lettera,
perfino di una cartolina, è il frutto di decine di brutte copie, spesso
corrette nella sintassi e modificate e ristrutturate. Per lui,
scrivendo, si doveva arrivare a scegliere quella determinata precisa
parola, proprio perché era la più appropriata a rappresentare quel
particolare significato.
Su tutti amava Calvino, Bassani e Gadda tra gli
scrittori italiani, Ungaretti e Montale tra i nostri poeti. Gli piaceva
leggere molto, in gioventù, Gabriel Garcia Marquez, di cui conservava
molti romanzi.
Ho sempre ammirato in Maurizio la calma, la serenità
e la forza psicologica che emanava. Se, per
esempio era impegnatissimo in una relazione
tecnica per l'Aeronautica Militare (prestava servizio presso la Divisione Aerea
Studi Ricerche e Sperimentazioni dell’aeroporto di Pratica di
Mare), o concentrato per la preparazione di un esame universitario (era
laureando in Ingegneria Aeronautica, indirizzo aerospaziale,
all'Università "Federico II" di Napoli), poteva ugualmente
distogliere la sua attenzione, quando mi presentavo, a più riprese, a
lui che, chinato sulla scrivania - spesso davanti lo
schermo acceso del computer -
senza alcuna insofferenza, era prodigo di consigli
chiarificatori. Aveva un sacro rispetto dei nostri genitori e della
nostra famiglia: adorava vedere tutti i familiari raccolti intorno ad
un tavolo imbandito per Pasqua o per Natale. Gli piaceva molto
preparare il presepe: era un rito che ripeteva costantemente ogni anno,
nei giorni delle festività. In quelle occasioni non era mai polemico -
spesso si discuteva di politica o si giocava a carte e allora gli
animi, talvolta, si riscaldavano -, anzi era un moderatore perfetto ed un ottimo compagno di giochi: sempre cordiale,
sorridente, smorzava i toni e le atmosfere. Aveva per tutti un
pensiero, una parola, un gesto amichevole. Amava ed ha sempre amato i nonni di un amore quasi filiale, ed esigeva
la loro presenza in quelle “rimpatriate”.
Da adolescente era fortissimo nel nuoto agonistico;
io non capivo - essendo costituzionalmente e fisicamente molto simili,
cioè alti e magri - come una sua "bracciata" in piscina
potesse avere un rendimento doppio rispetto alla mia, ma ne registravo
gli effetti. Ogni sua gara terminava con una medaglia ed i suoi tempi erano strepitosi. Ecco, qui lui mi
avrebbe corretto l'aggettivo. Avrebbe preferito che scrivessi discreti.
Ma tant'è: vinceva sempre.
Nel 1986 decise di partecipare alle selezioni per
essere ammessi all'Accademia Aeronautica, risultò
uno dei circa cento vincitori dei più di seimila in competizione, e da
quel momento l'ho visto meno frequentemente: io impegnato con le mie
tournée teatrali, lui a Pozzuoli a
studiare o a combattere con qualche "scelto"; poi, una
volta ultimato il corso - risultando primo tra i navigatori -, fu
inviato, a più riprese, dapprima negli U.S.A., in seguito in
Inghilterra presso le più qualificate scuole di specializzazione e basi
aeree del mondo; infine fu assegnato, nel 1991, alla base di Ghedi (Brescia), tra i famosi "diavoli
rossi" e, nel 1994, al Reparto Sperimentale Volo di Pratica di
Mare.
Nonostante i suoi doveri, ed
i suoi continui spostamenti, quando poteva, assisteva ai miei
spettacoli teatrali ed era sempre generoso di consigli e di
suggerimenti: per lo più di carattere generale, di umiltà e di
correttezza professionale.
Io lo pensavo e qualche volta lo apostrofavo
"missione e dovere"; ogni azione, per lui, doveva essere
eticamente giusta, kantianamente necessaria e
morale.
Malgrado
tutto quello che si può dire e interpretare sulla e dalla morte
di un giovane - la prima che Gesù stesso è morto giovane, fino a
Plutarco che afferma: “Muore giovane colui che al ciel è
caro” - a me sembra un peccato che sia morto così precocemente,
perché aveva un potenziale psicofisico enorme sorretto da una forza di
volontà eccezionale che, sebbene anch'io abbia vissuto in due ambienti
molto competitivi - lo sport prima e lo spettacolo poi -, non ho mai
riscontrato, allo stesso livello, in altri soggetti.
D'altra parte, a parer mio sono individuabili alcune
caratteristiche comuni in talune giovani personalità morte
prematuramente negli anni recenti (pur non avendole conosciute
personalmente).
Mi riferisco, ad esempio, al campione del mondo di
calcio Gaetano Scirea, all'attore Nick Novecento, al pilota di Formula
1 Ayrton Senna, al Presidente della Piaggio Giovanni Agnelli. Essi
avevano tutti - compreso il Cap. A.M. Maurizio Poggiali - una bontà
d'animo che traspariva dalle loro dichiarazioni ed
interviste, oltre che dalla purezza del loro sguardo.
La morte improvvisa di questi personaggi ha suscitato
grande commozione e sgomento nell'opinione pubblica, non solo per
ragioni anagrafiche o per motivi da ricercare nella popolarità o nel
talento espresso, ad alto livello, in ambito professionale, quanto
proprio, a mio avviso, per la speciale qualità del loro
"essere."
Forse è soltanto una mia supposizione, ma un unico
filo sembra collegare questi giovani uomini; sportivi, industriali,
attori o ufficiali che fossero: il candore.
Certamente essi hanno dimostrato di essere stati, in
vita, combattivi, tenaci e vincenti, ma parimenti apparivano modesti,
schivi, defilati, un po' "controcorrente".
Ed è, in primo luogo, per questi motivi che li ho
sempre apprezzati ed ammirati in modo
particolare e mi piace ricordarli con affetto, unendoli idealmente, nel
rimpianto, a mio fratello Maurizio.
Mio fratello credeva in Dio, era religioso ed aveva una visione spirituale della vita: questa
consapevolezza ci fa essere più vicini a lui sapendo che, forse, è
lassù nei cieli e ci protegge dall'alto.
Maurizio era orgoglioso di appartenere all'Aeronautica
Militare e noi siamo sempre stati orgogliosi di lui. Pochi giorni prima
della tragedia mi confidò che il suo lavoro, al Reparto Sperimentale
Volo, gli piaceva e so che si dedicava anima e
corpo al suo impegno.
Con lo spirito e gli insegnamenti di mio fratello, ciò che mi urge
gridare è che - al di là della responsabilità
e della negligenza del pilota che guidava l'aereo, - trovo francamente
inaccettabile che un aereo militare cada in Italia, nel 1997, a pochi
chilometri da Roma, d'estate, in una giornata serena, e venga ritrovato
soltanto il giorno dopo grazie all'intervento di alcuni gitanti
occasionali! Tutto ciò può sembrare assurdo, ma posso
affermare con indignazione, e senza timore di smentita, che è la realtà
dei fatti accaduti, purtroppo.
Per questo, la mia famiglia ed io, da anni stiamo cercando di far
evidenziare la verità sull'incidente e ritengo sia un diritto ed un dovere della mia famiglia, nonché dello Stato
Italiano, l'accertamento delle varie responsabilità. Maurizio si è
sempre battuto, in tutta la sua vita, per l'onestà, la giustizia e la
verità.
Sono i cardini degli insegnamenti che egli aveva assorbito dalla mia
famiglia che ora cerca di onorare la sua memoria, facendo rivivere il
suo spirito nel tempo, con la finalità di evitare che in futuro
accadano tragedie come quella che è costata la vita
a Maurizio.
Io credo che così come la sua vita, il suo altruismo, il suo spirito di
sacrificio, la sua lealtà, il suo coraggio, hanno
avuto un significato, altrettanto significato debba avere la sua morte
che è servita a denunciare le carenze del Soccorso Aereo di Ciampino.
Per questo, credo che la sua morte non sia avvenuta invano, se è servita a far capire a molti che qualcosa non
andava nell'organizzazione del Soccorso Aereo, che a seguito
dell'incidente è stato radicalmente trasformato.
Vorrei che questo suo sacrificio non si dimenticasse mai.
Qualunque sarà la sentenza emessa dal Tribunale di Roma per i
responsabili del Soccorso Aereo, attualmente
sotto processo, resterà il fatto accaduto, il mancato ritrovamento dell’aereo e
la morte di mio fratello, al quale, viceversa, soccorsi tempestivi ed
adeguati avrebbero potuto salvargli la vita.
ll Soccorso Aereo,
nel tempo, cambierà nelle modalità, nelle regole, nei mezzi e negli
uomini, ma la morte di mio fratello Maurizio dovrà rappresentare sempre
un monito per le coscienze di coloro che vi lavorano e vi lavoreranno,
affinché si evitino altre analoghe tragedie.
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La NASA, su
proposta dell'osservatorio astronomico di Campo Catino (Frosinone) diretto da Mario di Sora, ha
intitolato
l'asteroide DH20 - 1998 a Maurizio
Poggiali, per sottolineare, attraverso il suo esempio,
valori quali l’altruismo, il coraggio, il senso del dovere, lo
spirito di sacrificio: virtù che Maurizio possedeva e che ha saputo
esprimere nel suo percorso umano e professionale.
http:
Questa intitolazione riveste un
significato particolare anche perché il
2009 è stato l'anno internazionale
dell'astronomia, e l'ufficiale era prossimo a partecipare alle
selezioni per diventare astronauta e raggiungere lo spazio.
Ora il suo obiettivo è stato raggiunto.
In una
lettera del 1986, indirizzata alla poetessa Maria Luisa Spaziani, durante il primo anno d’Accademia
Aeronautica, già si intravedono i tratti di una singolare figura di
aviatore-poeta che, come Antoine Saint-Exupery
- al cui mito è stato avvicinato - ama la poesia, la letteratura e la
scrittura:
"Ci può essere qualcosa di più bello dell’attività creativa
e letteraria in particolare? Mettersi lì, davanti alla carta bianca,
candida, a scrivere e aggiustare e togliere e riscrivere, lei sa quanto
appaghi. Devo confessarle, d’altro canto, che la consapevolezza di
svolgere, ad alto livello, un compito di difesa al servizio del proprio
Paese, di essere tra coloro che garantiscono,
salvaguardandola, la libera quotidianità ai propri cari e alla nazione
intera in un certo senso rende orgoglioso chi sente la
"bellezza" di offrire qualcosa agli altri. Inoltre,
le cosiddette "virtù militari" quali il coraggio, la lealtà, lo
spirito di sacrificio, l’onore, continuamente predicate in
Accademia, riescono qualche volta a suscitare brividi davvero
nobili".
Studioso di Ingegneria Aerospaziale
all’Università Federico II di Napoli, membro dell'AGARD, Ricerche
Aerospaziale della Nato, nonchè ufficiale dell'Aeronautica militare
(capo della sezione navigazione del "Reparto Sperimentale
Volo" di Pratica di Mare, fucina di astronauti) con
l’obiettivo di partecipare alle selezioni per astronauta; un
simpatico "esploratore" dal sorriso contagioso ed ottimista e,
al tempo stesso, un cittadino del mondo, altruista e partecipe ai
problemi del prossimo.
Una nobile esistenza nella quale
echeggia, come in quella di un giovane eroe moderno, il monito di Kant: "il
cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me". La
legge morale lo ha fatto librare verso il sogno
dello spazio e delle stelle e lo ha stimolato "ad amare le cose
difficili se necessarie alla libertà", contrastando ogni
iniquità.
Questo suo anelito di trasformare
in meglio la società - in cui "l’essere" deve sovrastare
"l’avere" - e, parimenti, "la bellezza di offrire
qualcosa agli altri", li manifestava con azioni, propositi,
scritti espressi con forza d’animo, perizia ed
intelligenza, unite sempre a stile e misura.
Poeta e scrittore, autore di due
volumi postumi ("Top-Gun, con valore verso le stelle" ed il
volume di poesie "Lune
d'inverno") è stato accostato dall'allora
sindaco di Roma Walter Veltroni ad Antoine Saint Exupery,
il mitico poeta-pilota, autore del Piccolo Principe: "Come
Antoine Saint Exupery, anche lui pilota e
scrittore , coltivava la poesia, la vita, amava volare e ha terminato la
propria esistenza facendo il suo dovere".
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Il comune di Cori, ha dedicato una targa toponomastica
marmorea nella piazza principale della città e gli ha conferito la
cittadinanza onoraria alla memoria. Le principali cariche istituzionali
del nostro Paese, fino al Presidente Ciampi hanno espresso solidarietà
e sostegno alla famiglia per la richiesta di giustizia e verità.
Dopo l'8-8-97, il mondo non è più lo stesso
senza di lui, ma la qualità dei grandi è di superare il tempo e di
diventare storia.
Maurizio lo è divenuto.
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Un ufficiale, serio, onesto,
professionale, ma anche un ragazzo sereno, ottimista e sorridente. Così lo
ricordano gli amici e colleghi d'Accademia: "Quello di noi che più
di tutti sapeva sorridere"
Fin da adolescente, campione giovanile con l’ A.S. Roma nuoto, dimostra grande interesse, oltre
che per lo sport, per il mondo culturale e scientifico. Si impegna personalmente per la creazione di un
organismo giovanile europeistico ed attraverso i suoi elaborati e la
partecipazione a varie conferenze ed incontri, espone la necessità
della collaborazione tra le varie Nazioni, nel settore
scientifico-tecnologico, con il fine ultimo di aiutare il processo dell’integrazione
europea.
Nel 1985 e 1986, tra migliaia
di partecipanti, risulta vincitore del
concorso internazionale "I giovani incontrano l’Europa" indetto dalla Rai. Il candidato doveva
indicare, tra i vari pregiudizi esistenti nei Paesi della Comunità,
quello di maggior ostacolo all’unificazione
europea e quale iniziativa suggerisse per
rimuoverlo. Maurizio scrive:
"Abbiamo tanti problemi in casa nostra!" Questo è il
pregiudizio più pericoloso e di maggior
ostacolo all’unificazione europea. E in questo senso vanno indirizzati
gli sforzi maggiori: essere insieme, uniti, non significa consolarsi a
vicenda nel pianto della rassegnazione ma, al contrario, aiuto
reciproco e volontà raddoppiata di venire a capo dei problemi più
tormentosi. E’ necessaria una
maggiore, migliore, capillare e intelligente informazione per un
maggior "credo" in una dimensione europea, in un futuro
comunitario più sereno per tutti: è ripetitivo ma importante sottolineare che le attenzioni vanno rivolte ai
giovani, perché se questi oggi non avvertono l’esigenza, la ne-ces-si-tà di un’
Europa Unita, tale non sarà domani e se non arrivano a comprendere che
il bilancio "USE" sarebbe sicuramente più che positivo per
"l’uomo europeo", anche
loro con buona probabilità, avendo un animo e una mente, continueranno
come "uomini della Terra" a tremare seppur inconsciamente
nella triste prospettiva della fine di tutto".
L’anno successivo i concorrenti
erano tenuti a condensare in un testo di massimo venti parole come
immaginavano - o come avrebbero voluto - l’unità europea.
Maurizio
compone così: "Verranno i giorni delle notti di luce. La luce di più di dodici stelle. I giorni dell’Europa
unita".
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